DECRETO MINISTERIALE 12 marzo 1959
Presidi medico-chirurgici nei cantieri per lavori in sotterraneo (G.U. 26 marzo 1959, n. 74).
IL MINISTRO PER IL LAVORO
E LA PREVIDENZA SOCIALE
Visti gli articoli 96, 97 e 98 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320, concernente norme per la prevenzione degli infortuni e per l’igiene del lavoro in sotterraneo;
Sentita la Commissione consultiva permanente per la prevenzione degli infortuni e per l’igiene del lavoro;
Sentito il Consiglio superiore di sanità;
Decreta:
Art. 1
La cassetta di medicazione di cui all’art. 96, primo comma, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320, concernente norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro in sotterraneo, deve essere fornita almeno di:
1. Un tubetto da gr. 100 di sapone in polvere ed uno spazzolino da unghie;
2. Una bottiglia da gr. 500 di alcool denaturato;
3. Una boccetta da gr. 50 di tintura di iodio;
4. Una boccetta da gr. 150 di acqua ossigenata ovvero cinque dosi di sostanze per la preparazione estemporanea, con ciascuna dose, di gr. 25 di acqua ossigenata a 12 volumi;
5. Cinque dosi, per un litro di soluzione ciascuna, di ipoclorito di calcio stabilizzato per la preparazione di liquido Carrell-Dakin;
6. Un astuccio contenente gr. 30 di preparato antibiotico-sulfamidico stabilizzato in polvere;
7. Un preparato antiustione;
8. Due fialette da cc. 2 di ammoniaca;
9. Quattro fialette di canfora, due di sparteina, due di caffeina, quattro di morfina, due di lobelina, due di adrenalina;
10. Cinque fiale di un preparato emostatico;
11. Cinque fialette di siero antitetanico;
12. Due rotoli di cerotto adesivo da m. 1 x cm. 5;
13. Sei bende di garza idrofila da m. 5 x cm. 5, sei da m. 5 x cm. 7, sei da m. 5 x cm. 12;
14. Dieci buste di venticinque compresse e venti buste di 5 compresse di garza idrofila, sterilizzata da cm. 10 x 10;
15. Dieci pacchetti da gr. 50 e due da gr. 250 di cotone idrofilo;
16. Cinque teli di garza idrofila da m. 1 x 1;
17. Quattro triangoli di tela;
18. Venti spille di sicurezza;
19. Un paio di forbici rette, due pinze di medicazione, un bisturi retto, uno specillo, una sonda scanalata, una pinza Kocher, una pinza Pèan, un apribocca, un abbassalingua, un tiralingua, una pinza portaghi con quattro aghi assortiti per sutura, cinque bustine con filo di seta e catgut sterilizzati di numerazioni diverse, un rasoio;
20. Tre lacci emostatici di gomma;
21. Due siringhe per iniezioni: una da cc. 2 e una da cc. 10 con dieci aghi di numerazioni diverse;
22. Un ebollitore per sterilizzare i ferri, le siringhe e gli altri presidi chirurgici;
23. Un fornellino e una lampada ad alcool;
24. Una bacinella di materiale infrangibile e disinfettabile;
25. Otto paia, di diversa forma e lunghezza, di stecche per fratture;
26. Un termometro clinico;
27. Una barella smontabile ed adattabile per il trasporto anche sulle funivie;
28. Istruzioni sul modo di usare i presidi e di prestare i primi soccorsi in attesa del medico (Allegato A).
Art. 2
Il locale di pronto soccorso, di cui agli articoli 96, secondo comma e 97 del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 320, concernente norme per la prevenzione degli infortuni e l’igiene del lavoro in sotterraneo deve contenere almeno i seguenti presidi medico-chirurgici, apparecchiature e materiali sanitari:
1. Un tubetto da gr. 100 di sapone in polvere ed uno spazzolino da unghie;
2. Una bottiglia di alcool denaturato da gr. 1.000;
3. Una boccetta da gr. 50 di tintura di iodio;
4. Una boccetta da gr. 150 di acqua ossigenata, ovvero dieci dosi di sostanze per la preparazione estemporanea, con ciascuna dose, di gr. 25 di acqua ossigenata a 12 volumi;
5. Dieci dosi, per un litro ciascuna, di ipoclorito di calcio stabilizzato per la preparazione di liquido Carrell-Dakin;
6. Un astuccio contenente gr. 50 di preparato antibiotico-sulfamidico stabilizzato in polvere;
7. Un preparato antiustione;
8. Quattro fialette da cc. 2 di ammoniaca;
9. Cinque fialette di canfora, cinque di sparteina, cinque di caffeina, cinque di morfina, cinque di lobelina, cinque di novocaina, cinque di adrenalina;
10. Dieci fiale di un preparato emostatico;
11. Cinque fiale di siero antitetanico e cinque di vaccino antitetanico;
12. Una boccetta contagocce da gr. 10 di laudano liquido;
13. Una boccetta contagocce di analettico-cardiotonico liquido;
14. Una boccetta con contagocce di collirio alla cocaina;
15. Dieci dosi di un preparato antinevralgico in compresse o cachets;
16. Dieci bende di garza idrofila da m. 5 x cm. 5; dieci da m. 5 x cm. 10; dieci da m. 5 x cm. 15;
17. Due bende di cotone Cambric da m. 5 x cm. 10 e due bende gessate da m. 5 x cm. 10;
18. Dieci buste di 25 compresse e venti di 5 compresse di garza idrofila sterilizzata da cm. 10 x 10; dieci buste di 5 compresse da cm. 18 x 40;
19. Cinque teli di garza idrofila sterilizzata da m. 1 x 1;
20. Venti pacchetti da gr. 50 e due da gr. 250 di cotone idrofilo;
21. Quattro rotoli di cerotto adesivo da m. 1 x cm. 5;
22. Quattro triangoli di tela;
23. Venti spille di sicurezza;
24. Un paio di forbici rette, due pinze di medicazione, un bisturi retto, uno specillo, una sonda scanalata, una pinza Kocher, una pinza Pean, un apribocca, un abbassalingua, un tiralingua, una pinza portaghi con quattro aghi assortiti per sutura, cinque bustine con filo di seta e catgut sterilizzati di numerazioni diverse, un rasoio;
25. Due paia di guanti di gomma;
26. Tre lacci emostatici di gomma;
27. Quattro cateteri Nelaton di diverso calibro, contenuti in astuccio;
28. Una sonda esofagea contenuta in astuccio;
29. Quattro siringhe per iniezioni: due da cc. 2; una da cc. 5 e una da cc. 10 con dodici aghi di numerazioni diverse;
30. Due catinelle e due bacinelle, di cui una reniforme, di materiale infrangibile e disinfettabile;
31. Un irrigatore di vetro con tubo di gomma;
32. Un ebollitore per sterilizzare i ferri, le siringhe e gli altri presidi chirurgici;
33. Un fornellino o una lampada ad alcool;
34. Un cestello con relativo portacestello per materiale sterile;
35. Due termometri clinici;
36. Una apparecchiatura per ipodermoclisi e per trasfusioni, con almeno un fialone da cc. 500 di soluzione isotonica per ipodermoclisi e due fialoni da cc. 250 di succedaneo del plasma sanguigno;
37. Dieci paia, di diversa forma e lunghezza, di stecche per frattura;
38. Una bombola di ossigeno per inalazione con relative apparecchiature d’uso;
39. Un lettino di medicazione rivestito di tela impermeabile;
40. Un tavolo portamedicazione;
41. Due barelle smontabili ed adattabili per il trasporto sui carrelli e sulle funivie;
42. Una lampada ad accumulatore per illuminazione di emergenza;
43. Due camici per medico e due per infermiere;
44. Sei asciugamani e due lenzuoli per il lettino di medicazione;
45. Istruzioni sul modo di usare i presidi e di prestare i primi soccorsi in attesa del medico (Allegato A).
Art. 3
I presidi chirurgici e farmaceutici di cui agli articoli precedenti debbono essere costantemente in condizioni di efficienza.
Art. 4
L’Ispettorato del lavoro può autorizzare la sostituzione di taluni dei presidi elencati negli articoli precedenti con altri di riconosciuta pari efficacia, ovvero, qualora si presentino particolari rischi nelle lavorazioni, ad azione più specifica; può altresì prescrivere che questi ultimi siano tenuti in aggiunta.
Art. 5
Il presente decreto sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
Allegato A
Istruzioni sul modo di usare i presidi medico-chirurgici
e di prestare i primi soccorsi in attesa del medico
1) Lavarsi bene le mani con acqua e sapone prima di toccare qualunque ferita o il materiale di medicazione; in caso di mancanza di acqua, pulirsi le mani con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di alcool.
2) Lavare la ferita con acqua pura e sapone, servendosi della garza per allontanare il terriccio, la polvere, le schegge, ecc.; in mancanza di acqua, lavare la pelle intorno alla ferita con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di alcool.
3) Lasciare uscire dalla ferita alcune gocce di sangue ed asciugare con garza sterile.
4) Trattare la ferita con acqua ossigenata oppure con liquido di Carrell-Dakin, servendosi della garza.
5) Asciugare la ferita con garza e applicarvi un poco di tintura di iodio ovvero di polvere antibiotico-sulfamidica; coprire con garza; appoggiare sopra la garza uno strato di cotone idrofilo; fasciare con una benda di garza, da fermare alla fine con uno spillo o con un pezzetto di cerotto, ovvero, nel caso di piccola ferita, fissare la medicazione con striscioline di cerotto.
6) Se dalla ferita esce molto sangue, chiedere l’intervento del medico e, in attesa, comprimere la ferita con garza e cotone idrofilo.
Se la perdita di sangue non si arresta e la ferita si trova in un arto, in attesa che l’infortunato riceva le cure del medico, applicare il laccio emostatico, secondo i casi, a monte della ferita, o a valle di essa, o in ambedue le sedi, fino a conseguire l’arresto della emorragia.
Quando la sede della ferita non consenta l’uso del laccio emostatico, ed in ogni caso di emorragia grave, praticare una o più iniezioni intramuscolari del preparato emostatico.
7) Nel caso di ferita agli occhi lavare la lesione soltanto con acqua, coprirla con garza sterile e cotone idrofilo, fissare la medicazione con una benda ovvero con striscioline di cerotto.
8) In caso di punture di insetti e morsi di animali ritenuti velenosi, spremere la ferita e applicarvi sopra un po’ di ammoniaca, salvo che non si tratti di lesioni interessanti gli occhi. Se la persona è stata morsa da un rettile, o se versa in stato di malessere, richiedere subito l’intervento del medico.
9) In caso di scottature, se queste sono provocate da calore e si presentano con arrossamento della pelle oppure con qualche flittena (bolla), applicare con delicatezza sulla lesione un po’ del preparato antiustione, coprire con garza sterile e fissare la medicazione con una benda ovvero con striscioline di cerotto. Quando le ustioni siano provocate da sostanze chimiche (acidi o alcali), prima di applicare il preparato, lavare prolungatamente con acqua.
Se si tratta, invece, di ustioni estese o profonde, limitarsi a coprirle con garza sterile e richiedere le cure del medico, in attesa del quale, se le condizioni generali del soggetto appaiono gravi, si potrà sostenerlo con iniezioni di canfora e di caffeina. Provvedere al trasporto sollecito del paziente in luogo di cura.
10) In caso di frattura, di lussazione, di distorsione o anche di grave contusione, chiedere l’intervento del medico e, in attesa, adagiare l’infortunato in modo da far riposare bene la parte offesa, ed evitare movimenti bruschi.
Qualora sia assolutamente necessario il trasporto dell’infortunato, immobilizzare la parte lesa mediante bendaggio convenientemente imbottito con cotone idrofilo. In caso di frattura o di sospetta frattura di un arto, immobilizzare questo con stecche di forma e grandezza adatte, convenientemente imbottite con cotone idrofilo e mantenere aderenti mediante fasciatura.
Se la sede della frattura presenta anche ferite, con o senza sporgenza di frammenti ossei, disinfettare la lesione con liquido di Carrell-Dakin o con acqua ossigenata, coprirla con garza sterile e immobilizzare la parte così come si trova, senza toccare o spostare i frammenti. Trasportare, quindi, con ogni cautela il ferito al luogo di cura.
In tutte le ferite provocate da chiodi, schegge, spine, ecc., specialmente ai piedi ed in quelle che mostrino i tessuti lacerati o imbrattati da terriccio, massimamente se inquinato da letame, come pure nelle ustioni estese e nelle fratture esposte che si presentino nelle suddette condizioni, è prudente, qualora non sia possibile consultare un medico in giornata, praticare una iniezione di siero antitetanico. In tale caso, occorre, però, attenersi rigorosamente alle indicazioni contenute nella nota B) in calce alle presenti istruzioni.
11) In caso di malore improvviso, chiedere l’intervento del medico, e, in attesa, liberare il colpito da ogni impedimento (cravatta, colletto, cintura, ecc.) e portarlo con cautela in luogo aereato.
12) In caso di asfissia da cause meccaniche o tossiche (soffocamento da corpi estranei, da strangolamento, da seppellimento, da gas, ecc.) o da folgorazione per corrente elettrica, ove non sia possibile ottenere l’intervento immediato del medico o provvedere al trasporto sollecito dell’infortunato in un vicino luogo di cura, portare detto infortunato in luogo aereato, e praticargli immediatamente ed a lungo la respirazione artificiale, insieme anche ad iniezioni di canfora, di caffeina e di lobelina.
13) In caso di insolazione, chiedere l’intervento del medico e, in attesa, portare l’infortunato in luogo fresco e ventilato dopo averlo liberato da ogni impedimento (cravatta, colletto, cintura, ecc.); tenere la testa sollevata se il viso è fortemente arrossato, e allo stesso livello del tronco se il viso è, invece, pallido; raffreddargli il corpo con impacchi freddi sul viso, sulla testa e sul petto; non somministrare bevande alcooliche; praticare la respirazione artificiale se il respiro è assente o irregolare.
14) In caso di assideramento, chiedere l’intervento del medico e, in attesa, trasportare il colpito in luogo riparato dal freddo ma non riscaldato, svestirlo, tagliando o scucendo gli abiti onde evitare di piegare le membra eventualmente irrigidite; frizionare le parti assiderate con panni bagnati in acqua fredda, finchè non abbiano ripreso aspetto e consistenza normali; quando il soggetto comincia a riprendersi, porlo al caldo e somministrargli bevande calde ed eccitanti (caffè, tè, ecc.).
Nota
A) Il materiale di medicazione deve sempre essere adoperato in modo da toccarlo il meno possibile con le dita. Servirsi delle pinze per prendere ed usare la garza nel lavaggio e nella disinfezione delle ferite. Servirsi delle forbici per tagliare bende, garze, cerotto, ecc. Prima dell’uso, disinfettare i suddetti strumenti mediante l’ebollizione o, almeno, in caso di urgenza, ripassandoli accuratamente con un batuffolo di cotone idrofilo imbevuto di alcool. Disinfettare sempre, mediante l’ebollizione, prima dell’uso, la siringa e gli aghi per le iniezioni.
B) L’uso delle fialette per iniezioni, contenute nella cassetta, è riservato al medico, ovvero può essere fatto soltanto dietro sua indicazione e sotto la sua responsabilità, salvo il caso di assoluta irreperibilità del sanitario.
Per quanto riguarda in particolare l’iniezione antitetanica, è da avvertire, tuttavia, che essa può essere praticata soltanto quando si sia certi che il paziente non abbia ricevuto altra volta anche in epoca remota iniezioni di siero. Qualora tale precedente non possa essere escluso con assoluta certezza, l’uso del siero antitetanico va riservato esclusivamente al medico, in quanto, in tali casi, l’iniezione di detto siero, potendo implicare gravi rischi per il paziente, deve essere praticata secondo una particolare tecnica, di esclusiva competenza del medico.
E’ ugualmente riservato al giudizio del medico determinare i casi nei quali sia indicato l’uso del vaccino antitetanico in luogo del siero, nonchè i casi nei quali convenga associare i due farmaci.
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